Radio Blackout
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]Da 15 anni facciamo Radio Blackout. Non siamo stati sempre gli stessi, alcuni di noi sono arrivati nel corso di questi anni, altri se ne sono andati. Ma qualcuno c’è sempre stato dietro questi microfoni, perché qualcuno ha sempre ritenuto che una radio come questa fosse utile o interessante o divertente, e ognuno ha portato i suoi gusti musicali, o i suoi interessi culturali e sociali, o una particolare competenza tecnica. Ora ci siamo noi, sentirete cosa riusciamo a fare. Abbiamo deciso di cominciare raccontandovi qualcosa sulla nostra STORIA,... See more
Colle FM|105.25
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Da 15 anni facciamo Radio Blackout. Non siamo stati sempre gli stessi, alcuni di noi sono arrivati nel corso di questi anni, altri se ne sono andati. Ma qualcuno c’è sempre stato dietro questi microfoni, perché qualcuno ha sempre ritenuto che una radio come questa fosse utile o interessante o divertente, e ognuno ha portato i suoi gusti musicali, o i suoi interessi culturali e sociali, o una particolare competenza tecnica. Ora ci siamo noi, sentirete cosa riusciamo a fare. Abbiamo deciso di cominciare raccontandovi qualcosa sulla nostra STORIA, sull’INFORMAZIONE, sui nostri DEEJAY, sul FINANZIAMENTO, sulla FESTA, sulla REDAZIONE e su tutto ciò che facciamo per migliorare la radio. Che non ospitiamo pubblicità chi ci ascolta lo sa già, nessun programma è mai stato interrotto per pubblicizzare rosticcerie, parrucchieri o pompe funebri. Forse non tutti sanno che nessuno di noi è mai stato pagato. Siamo contro l’attuale società fondata sulla divisione in classi, sul lavoro salariato, sull’oppressione di genere, sul profitto, sul carcere, sulla guerra e su altre cose orribili ma su questo punto, invece di usare tante parole difficili e noiose, la cosa migliore è che ci ascoltiate sui 105.250 FM.
Storia della Radio
SINCE 1992… All’inizio eravamo in via Sant’Anselmo 13. Era l’autunno del 1992, il movimento della Pantera era finito da poco, era in pieno sviluppo il movimento delle occupazioni delle case (di quel periodo sono le prime occupazioni del Barocchio e del Prinz Eugen) e proprio a Torino Sergio Cofferati, non ancora segretario generale della CGIL, riceveva pomodori e bulloni dai lavoratori in piazza San Carlo. E alcuni soggetti con molto entusiasmo e poca esperienza hanno pensato di provare a usare un microfono, un mixer e un’antenna. Radio Blackout ha sempre avuto molti amici nei centri sociali e nelle case occupate, pur senza escludere altri gruppi, associazioni, movimenti e individui che, in modo diverso, si oppongono al potere (economico, culturale, militare ecc.) o a qualche suo aspetto. Abbiamo sempre annunciato tutte le iniziative dei centri sociali e delle case occupate. Il 10 settembre 1994 abbiamo realizzato la diretta degli scontri di Milano in occasione della manifestazione nazionale promossa dal centro sociale Leoncavallo. Nel 1995 abbiamo anche pubblicato un libro, si intitolava “Ascolta questo libro, leggi questa radio” e conteneva i ricordi, i propositi e le lamentele di tutti coloro che avevano fatto la radio fino a quel momento. Se non l’avete letto ne abbiamo ancora qualche copia, chiedetecelo e ve lo daremo. In seguito abbiamo cercato di raccontarvi i momenti piu’ tristi e quelli piu’ vivi di questa citta’. Dall’omicidio di stato di Sole e Baleno alle ultime occupazioni, da Genova alle street parade siamo stati una voce sempre presente per raccontarvi i fatti da un punto di vista diverso, fieramente privo di quella “oggettività’” giornalistica che non ci interessa perche’ siamo una radio di persone e di idee, che vi piaccia o no, libere di circolare. Spesso siamo stati una voce contro tutti, una stazione contro la nazione! ONE STATION AGAINST THE NATION!
La Redazione
Cosa sia la redazione non lo sappiamo bene neppure noi. Qualche volta ha funzionato come momento di discussione e decisione, altre volte come semplice coordinamento organizzativo, spesso come valvola di sfogo delle tensioni che durante la settimana si accumulano tra gruppi e individui tanto diversi che si ritrovano nella radio, a volte anche delle tensioni nate fuori dalla radio. Con tutti i suoi limiti, la redazione resta il luogo indispensabile per avere un’idea di prima mano su come Radio Blackout sta andando e per portare proposte e critiche. Nella redazione facciamo i turni di presenza, decidiamo le iniziative, discutiamo il palinsesto, ci raccontiamo le novità della settimana. Se volete venirci a trovare è aperta, si riunisce ogni lunedì alle ore 20 in via Cecchi 21/a.
I DeeJay
Deejay ne sono passati molti, alcuni sono con noi dall’inizio, altri hanno avuto la loro stagione di gloria, qualcuno ha deciso di provare da pochi mesi. Radio Blackout ha ospitato tutti i generi musicali, dal jazz al reggae alla musica classica e medievale, techno, hip hop. Chi vuole provare deve solo venire in redazione e spiegare cosa vorrebbe fare (genere musicale, orario ecc.) Non abbiamo preclusioni e tanto meno chiediamo il professionismo, ma solo un minimo d’impegno e serietà, arrivare puntuali, avvertire in caso di contrattempo, non scroccare telefonate a Londra o Bangkok, non saccheggiare dischi e puntine. Chiediamo anche ai deeyjay di aiutarci nelle iniziative di finaziamento, almeno le più impegnative. Da parte nostra, cogliamo l’occasione per chiedere scusa ai deejay che ogni tanto sono rimasti chiusi fuori. Non è mai stato dettato da menefreghismo ma solo dal fatto che siamo pochi, sempre di corsa, spesso in ritardo. Sappiamo bene quanto la programmazione musicale sia fondamentale per l’ascolto di una radio. La redazione è il luogo in cui comunicare e discutere per ogni evenienza o controversia, e almeno una volta all’anno cerchiamo di fare un’assemblea con tutti coloro che vengono in radio. Maggiori notizie sui deejay che trasmettono in questo momento e sugli attuali spazi informativi autogestiti le trovate in questo stesso sito sulle presentazioni dei diversi programmi.
Finanziamento
Abbiamo sempre avuto bisogno di molti, moltissimi soldi. Dobbiamo pagare l’affitto della sede, l’affitto del terreno dove si trova il ripetitore, la corrente elettrica (quella della luce e quella del ripetitore), il telefono (per raccogliere le corrispondenze e i servizi anche da altre città), le piccole (ma sono tante) spese di manutenzione, fino all’anno scorso anche la concessione di 7 milioni. Adesso vogliamo rinnovare l’attrezzatura, è inutile avere cose intelligenti da dire se il segnale è debole o disturbato. Siamo già riusciti a rinnovare il computer, indispensabile per dare e ricevere molte più notizie molto più rapidamente, soprattutto quelle che non si trovano nei mass media, e che ci è già servito a realizzare il sito che state guardando. Il prossimo obiettivo è una nuova sala di registrazione. La stragrande maggioranza dei soldi che ci ha permesso finora di sopravvivere ci è arrivata sotto forma di biglietti da mille, cinquemila e diecimila lire stropicciate, portati da tutti coloro che hanno partecipato ai concerti, alle cene, alle serate disco o video di autofinanziamento, organizzati con l’aiuto o dentro i centri sociali e le case occupate. Poi ci sono le offerte piccole e grandi di individui e gruppi, come i 10 milioni che ci sono arrivati dal gruppo musicale Chumbawamba. Ma ci sono molti modi di aiutarci, regalandoci o prestandoci qualcosa che ci può servire, ce ne sono tante, basta pensarci, in caso chiedete.
Storia della Radio
SINCE 1992… All’inizio eravamo in via Sant’Anselmo 13. Era l’autunno del 1992, il movimento della Pantera era finito da poco, era in pieno sviluppo il movimento delle occupazioni delle case (di quel periodo sono le prime occupazioni del Barocchio e del Prinz Eugen) e proprio a Torino Sergio Cofferati, non ancora segretario generale della CGIL, riceveva pomodori e bulloni dai lavoratori in piazza San Carlo. E alcuni soggetti con molto entusiasmo e poca esperienza hanno pensato di provare a usare un microfono, un mixer e un’antenna. Radio Blackout ha sempre avuto molti amici nei centri sociali e nelle case occupate, pur senza escludere altri gruppi, associazioni, movimenti e individui che, in modo diverso, si oppongono al potere (economico, culturale, militare ecc.) o a qualche suo aspetto. Abbiamo sempre annunciato tutte le iniziative dei centri sociali e delle case occupate. Il 10 settembre 1994 abbiamo realizzato la diretta degli scontri di Milano in occasione della manifestazione nazionale promossa dal centro sociale Leoncavallo. Nel 1995 abbiamo anche pubblicato un libro, si intitolava “Ascolta questo libro, leggi questa radio” e conteneva i ricordi, i propositi e le lamentele di tutti coloro che avevano fatto la radio fino a quel momento. Se non l’avete letto ne abbiamo ancora qualche copia, chiedetecelo e ve lo daremo. In seguito abbiamo cercato di raccontarvi i momenti piu’ tristi e quelli piu’ vivi di questa citta’. Dall’omicidio di stato di Sole e Baleno alle ultime occupazioni, da Genova alle street parade siamo stati una voce sempre presente per raccontarvi i fatti da un punto di vista diverso, fieramente privo di quella “oggettività’” giornalistica che non ci interessa perche’ siamo una radio di persone e di idee, che vi piaccia o no, libere di circolare. Spesso siamo stati una voce contro tutti, una stazione contro la nazione! ONE STATION AGAINST THE NATION!
La Redazione
Cosa sia la redazione non lo sappiamo bene neppure noi. Qualche volta ha funzionato come momento di discussione e decisione, altre volte come semplice coordinamento organizzativo, spesso come valvola di sfogo delle tensioni che durante la settimana si accumulano tra gruppi e individui tanto diversi che si ritrovano nella radio, a volte anche delle tensioni nate fuori dalla radio. Con tutti i suoi limiti, la redazione resta il luogo indispensabile per avere un’idea di prima mano su come Radio Blackout sta andando e per portare proposte e critiche. Nella redazione facciamo i turni di presenza, decidiamo le iniziative, discutiamo il palinsesto, ci raccontiamo le novità della settimana. Se volete venirci a trovare è aperta, si riunisce ogni lunedì alle ore 20 in via Cecchi 21/a.
I DeeJay
Deejay ne sono passati molti, alcuni sono con noi dall’inizio, altri hanno avuto la loro stagione di gloria, qualcuno ha deciso di provare da pochi mesi. Radio Blackout ha ospitato tutti i generi musicali, dal jazz al reggae alla musica classica e medievale, techno, hip hop. Chi vuole provare deve solo venire in redazione e spiegare cosa vorrebbe fare (genere musicale, orario ecc.) Non abbiamo preclusioni e tanto meno chiediamo il professionismo, ma solo un minimo d’impegno e serietà, arrivare puntuali, avvertire in caso di contrattempo, non scroccare telefonate a Londra o Bangkok, non saccheggiare dischi e puntine. Chiediamo anche ai deeyjay di aiutarci nelle iniziative di finaziamento, almeno le più impegnative. Da parte nostra, cogliamo l’occasione per chiedere scusa ai deejay che ogni tanto sono rimasti chiusi fuori. Non è mai stato dettato da menefreghismo ma solo dal fatto che siamo pochi, sempre di corsa, spesso in ritardo. Sappiamo bene quanto la programmazione musicale sia fondamentale per l’ascolto di una radio. La redazione è il luogo in cui comunicare e discutere per ogni evenienza o controversia, e almeno una volta all’anno cerchiamo di fare un’assemblea con tutti coloro che vengono in radio. Maggiori notizie sui deejay che trasmettono in questo momento e sugli attuali spazi informativi autogestiti le trovate in questo stesso sito sulle presentazioni dei diversi programmi.
Finanziamento
Abbiamo sempre avuto bisogno di molti, moltissimi soldi. Dobbiamo pagare l’affitto della sede, l’affitto del terreno dove si trova il ripetitore, la corrente elettrica (quella della luce e quella del ripetitore), il telefono (per raccogliere le corrispondenze e i servizi anche da altre città), le piccole (ma sono tante) spese di manutenzione, fino all’anno scorso anche la concessione di 7 milioni. Adesso vogliamo rinnovare l’attrezzatura, è inutile avere cose intelligenti da dire se il segnale è debole o disturbato. Siamo già riusciti a rinnovare il computer, indispensabile per dare e ricevere molte più notizie molto più rapidamente, soprattutto quelle che non si trovano nei mass media, e che ci è già servito a realizzare il sito che state guardando. Il prossimo obiettivo è una nuova sala di registrazione. La stragrande maggioranza dei soldi che ci ha permesso finora di sopravvivere ci è arrivata sotto forma di biglietti da mille, cinquemila e diecimila lire stropicciate, portati da tutti coloro che hanno partecipato ai concerti, alle cene, alle serate disco o video di autofinanziamento, organizzati con l’aiuto o dentro i centri sociali e le case occupate. Poi ci sono le offerte piccole e grandi di individui e gruppi, come i 10 milioni che ci sono arrivati dal gruppo musicale Chumbawamba. Ma ci sono molti modi di aiutarci, regalandoci o prestandoci qualcosa che ci può servire, ce ne sono tante, basta pensarci, in caso chiedete.
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